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Per moltissimi italiani il pranzo della domenica è un vero e proprio rituale.

Gli studi fatti dall’Accademia Italiana della Cucina mostrano, inoltre, che circa il 52% degli italiani trascorre la domenica seduto a tavola, gustando un menù spesso identico a quello di 50 anni fa.

Per il pranzo domenicale, infatti, trionfano la cucina tipica e territoriale. Niente cibi pronti o surgelati, niente finger food o nouvelle cuisine, nessuna innovazione. Alcuni piatti restano un punto fisso addirittura da nord a sud. Tra questi: le immancabili tagliatelle al ragù, il gustoso arrosto con contorno di patate al forno e la fantastica torta di mele della nonna.

Inoltre, come tutti i cerimoniali che si rispetti, nessun aspetto viene lasciato al caso: cura della tavola con tovaglie e stoviglie conservate appositamente per questo giorno, scelta di un buon vino e anche di un perfetto centrotavola. Il pranzo della domenica è una cosa seria per noi italiani.

Momento di festa e di riposo. Attimi di pura ed autentica convivialità duranti i quali genitori, figli, zii, cugini, nonni e parenti, diretti o acquisiti, si ritrovano per passare del tempo insieme. Tema dominante della domenica a tavola? Beh, in primis lo stesso cibo, a cui si alternano racconti di episodi personali, nostalgici ricordi passati e, perché no, anche fatti di cronaca, da quella cittadina a quella nazionale.

Parola d’ordine? La lentezza. Tutto il pranzo viene vissuto in modo rilassato, assaporando ogni boccone con gusto. Sicuramente si sa a che ora ci si siede a tavola ma non a che ora ci si alzi! E sebbene ci si lamenti sempre di aver mangiato troppo, quando è ora di salutarsi, fa sempre piacere portarsi via una porzione extra per il giorno dopo. Vero?